PdL e Pd si dividono l’AGCOM

di Gianni Puglisi Commenta

Se qualcuno ancora si stesse chiedendo e domandando quale mai potrebbe essere la ragione fondante del successo di Beppe Grillo potrebbe davvero aver ricevuto, nella giornata di oggi, un'illuminazione oltremodo chiarificante

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Se qualcuno ancora si stesse chiedendo e domandando quale mai potrebbe essere la ragione fondante del successo di Beppe Grillo, del grillismo e dell’antipolitica a dispetto di quella che, da sempre, saremmo abituati a chiamare proprio politica, potrebbe davvero aver ricevuto, nella giornata di oggi, un’illuminazione oltremodo chiarificante a causa del barbaro spettacolo al quale avremmo noi tutti, cittadini italiani, assistito nel corso delle nomine dei garanti delle telecomunicazione e della privacy.

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I due delicati argomenti, piuttosto che venir dibattuti, anche a causa dell’attuali clima politico, economico e finanziario, in un clima di aperta cordialità e di pubblico confronto con la cittadinanza tutta, sarebbero divenuti i castelli nei quali i vecchi politici di oggi si sarebbero arroccati in strenua difesa dei propri, apparentemente intramontabili, privilegi.

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Davvero a nulla, dunque, sarebbero valsi gli appelli di equità e serietà e se il PdL, ignorando i curricula presentati dai candidati, avrebbe preteso la nomina di ben due candidati dell’AGCOM, non da meno sarebbe stato il PD che, oltre a lasciar campo libero, e totalmente indisturbato, al PdL, avrebbe esso stesso richiesto la possibilità di scegliere almeno uno dei quattro rappresentati delle su indicate autorità garanti.

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