La truffa della riduzione del numero dei Parlamentari

di Gianni Puglisi Commenta

Ecco la spiegazione del perché la riduzione del numero dei Parlamentari italiani dovrebbe venir considerata una truffa.

Sono molti i politici ed i giornalisti italiani di spicco, quali Roberto Calderoli, Walter Veltroni, Pierluigi Bersani, Sergio Romano ed altri, che nel corso degli ultimi mesi sono arrivati a proporre, con sempre maggiore insistenza, la stesura nonché l’approvazione di un’apposita legge costituzionale che riduca il numero dei Parlamentari italiani, dimezzando sia i Deputati che i Senatori.

RETRIBUZIONI DEI DIPENDENTI DEL PARLAMENTO ITALIANO

Questa strategia, secondo i promotori istituzionali della succitata proposta di legge, dovrebbe consentire, almeno teoricamente, la riduzione dei costi di gestione del Parlamento, sostanzialmente riducendo l’incidenza di Camera e Senato sul bilancio dello Stato.

LA SEDICESIMA DEI DIPENDENTI DEL SENATO

Eppure, nonostante le dichiarate intenzioni dei Parlamentari di venire incontro al Paese, cercando di ridurre il più possibile le spese a favore delle entrate e del raggiungimento dell’ambizioso obiettivo del pareggio di bilancio entro il 2013, la via che si starebbe scegliendo di intraprendere, ovvero quella del dimezzamento del numero dei Parlamentari, potrebbe nascondere maggiori insidie di quante saggiamente auspicabile.

Per riuscire a ridurre il numero dei rappresentanti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, bisognerebbe infatti riuscire ad emanare una vera e propria legge costituzionale il cui iter legis, come molti sapranno, è tra i più lunghi, complessi ed incerti possibili.

In seconda battuta, dovesse anche venir approvata la succitata legge costituzionale, bisognerebbe altresì tener conto della riduzione dei costi di gestione dell’istituzione in questione che, secondo gli esperti, non sarebbe minimamente paragonabile al ben più sostanzioso nonché positivo effetto economico-finanziario dovuto all’eventuale emanazione di una banale legge ordinaria che riduca gli stipendi più alti d’Europa.

Infine, come se tutto questo non bastasse a scoraggiare il Parlamento dall’imboccare quest’impervia nonché perigliosa strada, la riduzione del numero dei Parlamentari, lungi come abbiamo visto dal ridurre i privilegi dei politici italiani ed in virtù dell’attuale sistema elettorale italiano, porterebbe ad un aumento del potere dei capi partito a tutto sfavore del rapporto diretto, teoricamente e legalmente imprescindibile, tra eletti ed elettori.