I privilegi dei consiglieri regionali trentini

di Gianni Puglisi Commenta

Con un colpo di mano decisamente degno d'altri tempi il parlamentino del Trentino-Alto Adige non solo avrebbe deciso di non ridurre il numero dei consiglieri regionali da 70 a 54 bensì nemmeno di provvedere alla decurtazione salariale esplicitamente richiesta.

Autonomia si, ma con moderazione.

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Questo potrebbe essere lo slogan identificativo di un’ipotetica protesta nei confronti del Consiglio Regionale del Trentino-Alto Adige che, letteralmente indifferente, se non addirittura sordo, alle incessanti richieste di sobrietà che, in questi ultimi mesi, si sarebbero incessantemente succedute sia sui principali social network che nelle principali piazze italiane, avrebbe recentemente deciso di rimandare al mittente la manovra salva-Italia dopo averla epurata di tutti i provvedimenti poco graditi ai consiglieri ed averla adattata ai lussuosi stili di vita trentino ed altoatesino.

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Con un colpo di mano, o meglio di spugna, decisamente degno d’altri tempi (e che sinceramente speravamo, insieme a tutti gli italiani, fosse stato definitivamente abbandonato con la caduta di Silvio Berlusconi e la fine del berlusconismo e le sempre più perentorie richieste di rigore, politico, economico, finanziario e morale, avanzate dall’attuale Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti che, è giusto dirlo, starebbe in tutti i modi cercando di salvare il salvabile) il parlamentino del Trentino-Alto Adige non solo avrebbe deciso di non ridurre il numero dei consiglieri regionali da 70 a 54 (grazie alla riduzione di 8 consiglieri provinciali per ciascuna delle due province di cui si comporrebbe la regione) bensì nemmeno di provvedere alla decurtazione salariale esplicitamente richiesta.

I POLITICI PIU’ PAGATI D’ITALIA

Sebbene, infatti, il decreto salva-Italia abbia previsto la riduzione, da 14.000 a 11.500 euro lordi, dello stipendio massimo che ciascun consigliere regionale potrebbe mensilmente percepire, il partito del governatore della provincia di Bolzano Luis Durnwalder (il cui stipendio annuale, tra le altre cose, ammonterebbe a quasi 325.000 euro lordi), avrebbe fatto il possibile affinché la sforbiciata potesse venir trasformata in una sforbiciatina, adesso equivalente al 4% (ovverosia a soli 290 euro lordi) della retribuzione mensile mediamente percepita in busta paga, valida solo sino alla fine del mandato dell’attuale consiglio regionale che, come forse saprete, scadrà nel 2013.