Gianni Alemanno non sfila con Giorgio Napolitano

di Gianni Puglisi Commenta

Gianni Alemanno, sindaco di Roma Capitale nonché esponente di spicco del Popolo della Libertà, non si sarebbe presentato alle celebrazioni che il Presidente della Repubblica Giorno Napolitano avrebbe comunque indetto in onore del 2 giugno.

L’aveva detto e, effettivamente, l’ha fatto.

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Gianni Alemanno, sindaco di Roma Capitale nonché esponente di spicco del Popolo della Libertà, non si sarebbe presentato alle celebrazioni che il Presidente della Repubblica Giorno Napolitano, seppur in tono minore e decisamente sobrio rispetto al passato e nonostante la gravissima tragedia che starebbe attanagliando l’Italia intera dopo aver colpito e devastato l’Emilia-Romagna, avrebbe comunque indetto in onore del 2 giugno che, come voi tutti certamente saprete, ricorderebbe la nascita della Repubblica italiana dopo il ventennio fascista e la Seconda Guerra Mondiale.

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Un atto che potremmo definire di vera e propria forza, poiché andrebbe nella direzione completamente opposta a quella auspicata da Napolitano che, ancora oggi, andrebbe proclamando l’importanza dell’unità e della coesione sociale, che avrebbe causato non pochi problemi di rappresentanza al proprio stesso partito che, ormai, sarebbe veramente incapace di trovare se stesso, e che avrebbe rivoluzionato, ancora una volta e volta di più, le forze politiche in campo che, in un modo o nell’altro, starebbe cercando di resistere all’onda d’urto del grillismo e dell’antipolitica.

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Così, se da una parte Gianni Alemanno rompe le righe ideologicamente schierandosi, per lo meno in codesta occasione, con la Lega Nord, il Partito della Rifondazione Comunista e Sinistra Ecologia e Libertà, dall’altra sarebbe il Partito Democratico, e non già il Popolo delle Libertà, a redarguire duramente il sindaco della città eterna che da Marco Miccoli, esponente di spicco del Partito Democratico romano, sarebbe stato definito niente meno che schizoide e paranoide.