
Conflitto di interessi manovra salva-Italia

Sacrifici che siano, come confermato più e più volte, per esempio, dal Ministro del Lavoro Elsa Fornero, non solo drastici bensì intelligentemente studiati così che gravino in egual modo sull’intera popolazione, in modo da essere, al contempo, i più efficaci e i meno duraturi possibili.
Oggi Emma Marcegaglia, leader di Confindustria che più volte, sebbene contraria ai propri interessi, ha dichiarato come la manovra sia necessaria più che mai, è arrivata a ribadire il concetto dell’OCSE sostenendo, però, come l’Italia, in realtà, starebbe già vivendo una serissima fase di recessione che si perpetrerà almeno sino alla fine del 2013.
Naturalmente i sindacati di categoria, per bocca dei rappresentanti nazionali Camusso e Bonanni, si sono detti fortemente contrari ad un accordo che, lungi dal tutelare, sotto qualsiasi forma, il dipendente operaio, estende senza discriminanti la tragica realtà di Pomigliano ad ogni realtà industriale facente capo a Fiat sino al 31 dicembre 2012, in concomitanza con la scadenza del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dei Metalmeccanici.
Naturalmente, sin dalla sua approvazione da parte del Governo Monti in data 4 dicembre 2011, la manovra ha subito epurazioni, migliorie, modifiche che, per certi versi, la rendono sostanzialmente differente nonché rispondente alle forze istituzionali quali, appunto, la Commissione Bilancio, e le forze sociali, quali i sindacati, che, pur non soddisfatte al 100% dovranno, per cosi dire, accontentarsi di una serie di provvedimenti che, lo stesso Presidente del Consiglio Mario Monti ha oggi definiti più equi e corretti rispetto alla prima stesura.
La questione, come universalmente risaputo, è stata affrontata da più punti di vista e, tra discorsi di equità sociale ed antiche remore anticlericali, non si è mai completamente risolta e, dunque, si è rimasti e si rimarrà, ancora per moltissimo tempo, in una situazione di stallo.