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Cause della crisi da debito sovrano

Quella che l’Europa e, più in generale, le economie Occidentali e in minima parte anche quelle Emergenti, stanno strenuamente affrontando si può a ben diritto definire quale una nuova crisi, una seconda crisi, una crisi consequenziale, successiva e, per certi versi, necessaria, di quella che, nel 2008, colpì l’intero globo a seguito della scomparsa nel nulla di Lehman Brothers (e di moltissimi miliardi di dollari).

Si tratterebbe, infatti, di una crisi da debito sovrano che, come si intuisce dal nome, è causata dall’incredibile indebitamento raggiunto dagli Stati nazionali.

POLITICA FISCALE

Aumentano i suicidi a causa della crisi

Non molti pensano che la crisi economico-finanziaria possa avere conseguenze più gravi di quelle immaginabili o di quelle immediatamente osservabili accendendo la televisione ed ascoltando il telegiornale o recandosi al supermercato.

Non molti pensano che la crisi possa causare qualcosa in più del default di Stati, banche, industrie, attività commerciali.

LA GRECIA FUORI DALL’EURO PER SALVARE L’EUROPA

Che cos’è l’imposta patrimoniale

In questi ultimi giorni, a causa delle accese discussioni sorte in seno al centrodestra in merito al cosiddetto decreto bis del 13 agosto 2011, che ha apportato le necessarie modifiche alla manovra finanziaria 2011 così come richiesto dalla Banca Centrale Europea (in questi giorni impegnata nel meeting annuale dei banchieri centrali), si è tornato a parlare, molto diffusamente, della temutissima imposta patrimoniale, rispolverata dalla Lega Nord che vede, nel suddetto provvedimento, uno dei pochissimi modi che il ministro dell’Economia Giulio Tremonti avrebbe a propria disposizione per raccogliere i fondi necessari (55,4 miliardi di euro da oggi sino al 2014) affinché venga approvata la manovra finanziaria del 6 luglio 2011.

Ma che cos’è, in fondo, questa benedetta imposta patrimoniale di cui tutti parlano?

Ben Bernanke e la crisi economica

Il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke, durante il meeting annuale dei banchieri centrali in corso di svolgimento a Jackson Hole, nel Wyoming, avrebbe confermato, commentando la revisione al ribasso della crescita del PIL statunitense del secondo trimestre 2011 (passata dall’1,5 all’1,3%), la situazione di instabilità, volatilità e crisi nella quale, il mondo intero, si troverebbe ancora oggi, a tre anni di distanza dal crack Lehman da 900 miliardi di dollari.

Debito pubblico Usa è un problema politico

Abbiamo parlato ieri del debito pubblico USA 2011, evidenziando come gli Stati Uniti d’America siano prossimi al collasso finanziario.

RISCHIO BANCAROTTA PER GLI USA

Il 2 agosto, infatti, secondo molti analisti, il debito statunitense supererà la soglia massima dell’indebitamento che, per legge, è stata fissata a quota 14.924 miliardi di dollari causando il default e la bancarotta di una delle maggiori economie mondiali.

Debito pubblico USA 2011

Gli Stati Uniti d’America sono una delle nazioni con il debito pubblico più alto in assoluto o, per lo meno, con la crescita annua più consistente.

Negli ultimi 3 anni, infatti, nonostante le promesse di Barack Obama di impegnarsi per la riduzione del debito, esso è riuscito a crescere al ritmo record di 1.000 miliardi di dollari ogni 7 mesi.

Black list scadenza invio

Oggi 2 novembre 2010 è il giorno della scadenza per l’invio all’Agenzia delle Entrate delle comunicazioni delle operazioni effettuate con i paradisi fiscali e registrate tra luglio e settembre di quest’anno.

Gli elenchi black list sono dunque all’ultimo controllo prima dell’invio, inoltre entro oggi bisogna inviare anche gli elenchi irregolari, infatti la definizione gratuita non copre le omissioni.

Fisco: il forex è tassabile

Come scritto su Piazzaffari, secondo quanto stabilito dal fisco il forex è tassabile.

La motivazione è che la negoziazione sul forex porta a creare rapporti finanziari, che fanno dipendere di conseguenza differenziali positivi o negativi da un evento incerto.

G20 tasse sulle banche e incentivi all’economia

Oggi si aprirà formalmente il G20 a Toronto, in Canada, sebbene già nei giorni scorsi le 20 più grandi potenze mondiali si siano già incontrate per decidere sul dimezzamento del deficit entro il 2013, senza fare nessuna menzione ai tagli alle banche.

Rimangono divisi i 20 paesi, soprattutto sulla tassa sulle banche e sul ritiro degli stimoli all’economia, come ha dichiarato alla stampa il ministro dell’Economia canadese, James Flaherty.