
Difficile immaginare un’elezione del Presidente della Repubblica così sanguinosa. Le difficoltà erano palesi, il Paese spaccato e caduto in una paralisi istituzionale senza precedenti poteva far presagire un cammino irto di asperità, ma non fino a questo punto. La deflagrazione c’è stata ieri sera ed è stato un processo veloce: prima i voti non sufficienti a Romano Prodi per salire al Quirinale – eravamo alla quarta votazione e quindi era sufficiente la maggioranza semplice, vale a dire il 50% più uno degli aventi diritto – e poi il passo indietro di Bersani.









