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Gli esodati salvati dal decreto Spending review

Non già solamente 65.000 bensì addirittura 120.000 potrebbe alla fine dei conti essere gli esodati italiani complessivamente salvati dalle decisioni del Governo Monti, ed in particolar modo dalle decisioni assunte dal Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti e dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero in seguito alla modifica dei requisiti pensionistici decisa dal Ministro Fornero nell’ambito della riforma delle pensioni, nel caso in cui il cosiddetto decreto Spending review, altrimenti detto di revisione della spesa pubblica, riesca come previsto ad includere, nel proprio ambito di competenze, ulteriori 55.000 lavoratori esodati.

Gli esodati salvati dal decreto Fornero

Quanti sono ma, soprattutto, chi sono gli esodati che il decreto Fornero avrebbe salvato consentendo loro di maturare gli adeguati, e totalmente nuovi, requisiti pensionistici in tutta tranquillità poiché tutelati e garantiti da un’apposita forma di indennità economica e finanziaria?

Legittimo il licenziamento per giustificato motivo oggettivo

Il licenziamento individuale, se effettuato per giustificato motivo oggettivo, è sempre e comunque valido e, in nessun caso, può invalidato dal giudice che, per l’appunto in nessun caso, può opporsi alle decisioni, specie se di carattere organizzativo, che il datore di lavoro, ed in particolar modo l’imprenditore, prende per migliorare la gestione della propria realtà aziendale.

Il posto di lavoro non è un diritto

Eccoci qua. Nel giorno dell’approvazione definitiva della riforma del mercato del lavoro del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero, che avrebbe incassato tutti e quattro si richiesti a Montecitorio dal Governo Monti, scoppia la polemica sul provvedimento che, oltre ad aver letteralmente spaccato il Popolo delle Libertà ed aver causato l’astensione dell’onorevole del Popolo delle Libertà Giuliano Cazzola, ovverosia del relatore in Parlamento della riforma, avrebbe indotto lo stesso Ministro Fornero a dichiarare come la riforma del lavoro segua una nuova logica secondo la quale il posto di lavoro non sarebbe più un diritto.

La Fiat condannata all’assunzione di 145 dipendenti

E’ notizia di questi giorni che la Fiat, la più importante azienda italiana produttrice di automobili, sarebbe stata recentemente costretta, dai giudici del tribunale ordinario di Roma, ad assumere ben 145 dipendenti, 19 dei quali dovranno altresì godere di un sostanzioso indennizzo pari a quasi 3.000, che secondo l’accusa sarebbero stati ingiustamente discriminati.

Il WSJ e il lavoro all’italiana

Un tagliente editoriale apparso stamane sul Wall Street Journal, il quotidiano di proprietà del magnate liberista Rupert Murdoch, così recita: “Potranno queste misure risolvere i problemi dell’economia italiana? Solo nel senso che teoricamente è possibile svuotare il lago di Como con mestolo e cannuccia”.

Votata la fiducia sull’articolo 10 del ddl Corruzione

L’incandidabilità dei condannati in via definitiva che, stando a quanto contenuto nell’articolo 10 del ddl Corruzione, non potranno più venir candidati, ne, di conseguenza, tanto meno eletti, alla carica di: “membro del Parlamento europeo, di deputato e di senatore della Repubblica, di presidente e di componente del consiglio di amministrazione dei consorzi, di presidente e di componente dei consigli e delle giunte delle unioni di comuni, di consigliere di amministrazione e di presidente delle aziende speciali” nonché, naturalmente, di membro dei consigli e delle giunte comunali, provinciali e regionali, sarebbe ormai destinata a divenire definitivamente realtà.

Umberto Bossi, leader della Lega Nord, indagato per truffa

Dopo Francesco Belsito, ex tesoriere oggi indagato per truffa aggravata ai danni dello Stato italiano, e Piergiorgio Stiffoni, senatore oggi accusato di aver commesso il reato di peculato, nel mirino degli inquirenti che, in questi giorni, starebbero indagando sui rimborsi elettorali che la Lega Nord avrebbe indebitamente sottratto, allo scopo di usufruirne in maniera impropria ed illegale, allo Stato italiano e, di conseguenza, a tutti i cittadini e a tutti gli elettori italiani, sarebbero finiti anche il leader, fondatore ed ispiratore del movimento popolare xenofobo ed omofobo, Umberto Bossi, ed i figli dello stesso, Renzo “Trota” Bossi e Riccardo Bossi.

Nuova imposta di scopo dei comuni italiani

Il 2012, abbiamo già avuto numerosissime occasioni per ribadirlo, sarà, con ogni probabilità, uno dei peggiori anni tra tutti quelli che sarebbero stati caratterizzati dalla crisi economica dovuta, in origine, al collasso finanziario del colosso bancario Lehman Brothers.

La replica de La Repubblica a Marina Berlusconi

A far davvero scalpore, negli scorsi giorni, sarebbe stata l’intervista che Marina Berlusconi, figlia dell’Ex Premier Silvio Berlusconi nonché presidente del gruppo editoriale Arnoldo Mondadori Editore (carica alla quale presiederebbe, ininterrottamente, sin dal 2003), avrebbe recentemente rilasciato ai giornalisti de La Stampa.